Müller Thurgau
Cloni disponibili: 646
Il vitigno Müller-Thurgau è un incrocio tra vitigni a bacca bianca, creato nel 1882 dallo svizzero Hermann Müller, nativo di Thurgau, finchè lavorava a studi di miglioramento genetico della vite, tra il 1876 e il 1891, presso l’istituto tedesco di Geisenheim, conclusisi a Thurgau, in Svizzera, verso la fine del secolo. Fino a non molti anni or sono fa si riteneva che i vitigni di partenza fossero il Riesling e il Sylvaner, mentre recenti studi sul DNA, fanno ritenere che il secondo vitigno sia lo Chasselas. Il vitigno Müller-Thurgau è molto diffuso in Europa, in particolare in Germania, Svizzera e Italia, ed è stato impiantato anche in paesi dall’enologia emergente quali la Nuova Zelanda. In Italia viene coltivato in quasi tutte le regioni, ma il ruolo più importante è in Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Veneto.
In Alto Adige, il Müller-Thurgau è coltivato soprattutto nella Val di Cembra, dove, al riparo di montagne e boschi, le sue caratteristiche di eleganza sobria hanno trovato una culla naturale. I suoli calcarei, l’altitudine e la forte escursione termica di questa valle favoriscono lo sviluppo di profumi e freschezza, trasformando un vino modesto come il Müller-Thurgau in un protagonista della tavola. I vini a base di Müller-Thurgau presentano spesso aromi dolci di pesca a bassa acidità e una gamma di sapori fruttati. Sono quasi sempre meglio consumati giovani, con la notevole eccezione di quelli dell’Alto Adige, dove la combinazione di vecchie viti e vigneti ripidi ed elevati crea espressioni più serie con un maggiore potenziale di invecchiamento. La buona acidità e il bouquet delicato ed espressivo del Müller-Thurgau hanno spinto molti produttori a cimentarsi con versioni spumantizzate, ottenendo risultati incoraggianti, vini tersi e suadenti, dotati di precisione stilistica, che puntano sull’aromaticità stuzzicante e gradevole dell’incrocio.
Fenologia
Condizioni di osservazione: si considerano quelle riguardanti la collezione ampelografica della Stazione Sperimentale di Viticoltura e di Enologia di Conegliano, nella quale il clone è stato introdotto.
Ubicazione
Per l ubicazione, il clima, il terreno, ecc., nonché per le fasi di vegetazione della vite ed il calendario di maturazione dell uva, si rimanda ad una delle seguenti monografie pubblicate in precedenza: "Tocai friulano", "Riesling italico", "Raboso Piave", "Raboso veronese", "Pinella".
Fenomeni vegetativi
Germogliamento: medio.
Fioritura: media.
Invaiatura: media.
Maturazione dell uva: inizio II epoca.
Caduta delle foglie: media.
Caratteristiche ed Attitudini colturali
Vigoria: notevole (ottima maturazione del legno).
Produzione: abbondante e costante (è consigliabile adottare potature corte), allegagione buona; preferisce il clima fresco ed i terreni non troppo siccitosi.
Posizione del primo germoglio fruttifero: 2°-3° nodo.
Numero medio di infiorescenze per germoglio: 1-2.
Fertilità delle femminelle: pressoché nulla.
Resistenza alle malattie: un po sensibile alla Botrytis cinerea (tanto che si consiglia un appropriata sfogliatura un po prima della vendemmia); normale resistenza alla peronospora ed oidio. è meno sensibile di altre varietà alle gelate invernali e alle brinate primaverili. Data la sua maturazione un po più precoce delle uve della zona, subisce talvolta dei danni dagli insetti.
Comportamento rispetto alla moltiplicazione per innesto: normale; predilige i portainnesti vigorosi, fra i quali s è dimostrato migliore il Kober 5 BB (Salvaterra, 1958).
Utilizzazione
Esclusivamente per la vinificazione.
BIANCHE VINO