Moscato Bianco
Cloni disponibili: CVT-CN 16
Il vitigno Moscato bianco è un’uva aromatica diffusa in quasi tutta la penisola italica ed una delle più importanti per superficie vitata. Appartiene alla grande famiglia dei Moscati, vitigni aromatici il cui nome deriva da “muscum“, muschio, il cui aroma caratteristico si ritrova nell’uva e che probabilmente corrisponde all’anathelicon moschaton dei Greci o all’uva apiana nell’antica Roma. Corrisponde al vitigno francese Muscat à petit grains laddove il termine francese musquè viene correttamente tradotto come “aromatico”. Il Moscato bianco ha moltissimi sinonimi, per lo più in riferimento ai vini che se ne producono o alle diverse zone di produzione in tutta Italia. I principali sono: Moscadello di Montalicino, Moscato di Canelli, Moscato di Trani, Moscato d’Asti, Moscato di Siracusa, Moscato di Sorso Sennori e Weisser Muskateller in Alto Adige.
In Piemonte il Moscato bianco è di gran lunga il vitigno a bacca bianca più intensamente coltivato e uno dei principali in molti comuni delle province di Cuneo, Asti e Alessandria. È presente, anche se sporadicamente, in molte altre zone viticole piemontesi, comprese le aree montane e pedemontane. Nel resto d’Italia, è conosciuto e utilizzato per la produzione di vini aromatici in Valle d’Aosta, Oltrepò Pavese, Toscana, Puglia, Sicilia e Sardegna. La sua coltura all’estero è diffusa in tutto il mondo vitivinicolo. Il Moscato bianco è un vitigno molto versatile, i cui vini vengono suddivisi in tre grandi categorie: i vini secchi e aromatici, molto freschi e beverini, i vini dolci frizzanti come lo spumante Asti DOCG, oppure le vendemmie tardive e i vini passiti dolci da dessert. I vini del Moscato bianco sono vini molto aromatici, leggeri ed eleganti, dotati di buona freschezza, con note floreali e di agrumi e salvia. Sono che non hanno mai una struttura mastodontica, anzi, si contraddistinguono per la loro leggerezza. Sono vini eleganti, con ottima acidità e una mineralità appena accennata. L’Asti Spumante si contraddistingue per la bevibilità, mentre il Moscato bianco passito di cui una delle massime espressioni è il Moscato di Loazzolo DOC, è un vino totalmente diverso, mieloso, maturo, con una dolcezza che a volte assume tratti viscosi e note marcate di frutta candita e fiori che appassiti.
Fenologia
Condizioni d'osservazione: per il Moscato bianco di Piemonte [Pie.] il clone studiato si trova nella Collezione della Scuola Enologica di Alba; per il Moscato di Trani [Tr.] si considera un vigneto sito in contrada S. Nicola (appezzamento Titta Degni) in agro di Barletta (Bari); per il Moscato di Siracusa [Sir.] si considera il vigneto presentato di seguito, mentre per il Moscato del Tempio [Temp.] si considera il vigneto dove si trova il clone descritto, nel comune di Tempio (Sassari).
Ubicazione
Longitudine: 4°15' O (Monte Mario) [Pie.]; 3°50' E (Monte Mario) [Tr.]; 15°4' E (Greenwich) [Sir.]; 9°5' E (Greenwich) [Temp.];
Latitudine: 44°39' N [Pie.]; 41°19' N [Tr.]; 36°54' N [Sir.]; 40°53' N [Temp.];
Altitudine: m 183 s.l.m. [Pie.]; m 10 s.l.m. [Tr.]; m 35 s.l.m. [Sir.]; m 520 s.l.m. [Temp.];
Esposizione: a Ovest [Pie.]; Est-Ovest [Tr.]; in collina, con orientamento ovest [Temp.];
Portinnesto : 420 A [Pie.]; Rupestris du Lot [Sir.]; Rupestris du Lot [Temp.];
Età delle viti: anni 6 [Pie.]; 30 anni [Tr.]; anni 25 [Sir.]; 15 anni [Temp.];
Sistema di allevamento: a spalliera media [Pie.]; alberello pugliese; attualmente si tende ad introdurre la forma a spalliera per la maggiore produzione che dà [Tr.]; alberello [Sir.]; alberello sardo [Temp.];
Forma di potatura: Guyot [Pie.]; corta, con cornetti di 2 gemme; se a spalliera, invece, il cordone speronato [Tr.]; corta e povera [Sir.]; corta [Temp.];
Terreno: in dolce pendio, argilloso-calcareo [Pie.]; in piano; argilloso-siliceo con sottosuolo tufaceo [Tr.]; piano, argilloso-calcareo-siliceo [Sir.]; granitico, saliceo, ciottoloso [Temp.];
Fenomeni vegetativi
Germogliamento: 5 aprile [Pie.]; prima decade di Aprile [Eug.]; prima decade di Aprile [Tr.]; 20-30 Marzo [Sir.]; precoce [Temp.];
Fioritura: fine Maggio [Eug.]; II metà di maggio [Tr.]; 10-20 Aprile [Sir.]; precoce [Temp.];
Invaiatura: 10-15 Agosto [Pie.]; metà Luglio [Eug.]; seconda metà di Luglio [Tr.]; 10-20 Luglio [Sir.];
Maturazione dell'uva: I-II epoca [Pie.]; II-III epoca [Eug.]; I metà di Settembre [Tr.]; seconda metà di Agosto [Sir.]; II epoca [Temp.];
Caduta delle foglie: 10-15 Novembre [Pie.]; metà Novembre [Eug.]; seconda metà di Novembre [Tr.]; seconda metà di Novembre [Sir.]; epoca ordinaria [Temp.].
Caratteristiche ed Attitudini colturali
Vigoria: buona (prossima a quella del Barbera) (Piemonte); poco vigoroso (Tr.); media (Sir.); media o scarsa (Temp.). Vuole potatura di media espansione (in Piemonte: tipo Guyot con 10-12 gemme; nel Sud e nelle Isole, potatura corta).
Produttività: regolare, inferiore però a quella del Barbera (Piemonte); costante e soddisfacente (Eug.); bassa, non molto costante (Tr. - in Puglia da 30 a 50 ql. d'uva per ha); scarsa ma costante (Sir.); media o scarsa, incostante (Temp.). Non va soggetto a colatura o impallinamento; però sovente gli acini sono di grandezza disforme.
Posizione del primo germoglio fruttifero: per lo più 3° nodo, ma anche 2° (Tr.), e 1° (Temp.).
Numero d'infiorescenze per germoglio: per lo più 2 (uno, raramente 2 - Tr.).
Resistenza alle malattie: alquanto recettivo all'oidio (Piemonte); un po' sensibile alla peronospora (Eug., Tr., Temp); piuttosto sensibile ai freddi (Piemonte).
Portinnesti più usati: si comporta ottimamente col 420 A (Prov. di CN, AT, AL); col 41B (AT, AL); col 161-49 (AL); bene con la Rupestris du Lot (CN); con la Kober nelle 3 province del Piemonte; si comporta bene coi vari portinnesti (Eug., Tr., specialmente col 420A); ottima affinità con la Rupestris du Lot e il 17-37; buona col 420A, mediocre col 41B e 157-11; insufficiente col 3309 e 101-14 (Temp., Mameli).
Esigenze: il Moscato è uno dei vitigni più esigenti nei riguardi del terreno, pur trovandosi distribuito su d'una vastissima area. Ma in una stessa regione, anche a distanza di poche centinaia di metri, cessano le condizioni favorevoli per una conveniente coltura e per ottenerne prodotti veramente pregiati. Ciò è particolarmente controllabile nella regione italiana dove esso ha la maggior importanza, sia per entità di produzione che per rinomanza mondiale dei vini che se ne ottengono, cioè il Piemonte, o meglio quel complesso collinare, compreso in gran parte nelle prov. di Asti, Alessandria e Cuneo, e che ha per centro Canelli. E' da notare che l'altitudine di questa zona varia da 100 a 400 metri; però la maggior parte dei vitigni di Moscato sta fra i 200 e 280 metri. Geologicamente i terreni appartengono pressoché tutti al miocene, e soprattutto al miocene medio (langhiano-elveziano), indi a quello superiore; solo una parte assai minore sono del pliocene inferiore (o messiniano). Predominano i terreni cosiddetti tufacei-marnosi, e in essi i tufi bianchi (calcarei); però anche quelli in cui prevalgono le marne argillose, grigiastre-azzurrognole, sovente alternate con terreni provenienti da arenarie, che danno una compattezza quasi da pietre da costruzione; altre volte invece con banchi di materiali più sciolti, sabbiosi o ciottolosi. Dove però predominano le argille, il Moscato matura meno bene e dà vini meno pregiati che non dove prevalgono i terreni tufacei bianchi. Sovente il calcare raggiunge limiti elevati, pur non arrivando mai agli estremi che si riscontrano in un'altra zona, di coltura molto più ristretta, ma giustamente assai rinomata: quella dei Colli Euganei. Anche il Moscato di Trani preferisce terreni bianchi (detti "carpanosi") e specialmente quelli su tufo. Il Moscato di Tempio si dimostra anch'esso esigente rispetto al terreno. Come ebbe a scrivere il Mameli, nei terreni calcaro-argillosi, e calcaro-silicei profondi, piuttosto asciutti del Campidano, il Moscato produce uve ricche di zucchero, povere di acidi e intensamente aromatiche; nei terreni granitici, ciottolosi dell'alta Gallura, l'uva è meno zuccherina, più ricca di acidi, e d'aroma più delicato.
Utilizzazione
Come già s'è detto, il Moscato bianco dà un'uva tipicamente da vino (anche se, come tutte le uve aromatiche, viene anche gradita pel consumo diretto, pur mancando dei requisiti di bellezza che si richiedono per un'uva da tavola).
Cloni:
CVT-CN 16
Fenologia
Condizioni d'osservazione: per il Moscato bianco di Piemonte [Pie.] il clone studiato si trova nella Collezione della Scuola Enologica di Alba; per il Moscato di Trani [Tr.] si considera un vigneto sito in contrada S. Nicola (appezzamento Titta Degni) in agro di Barletta (Bari); per il Moscato di Siracusa [Sir.] si considera il vigneto presentato di seguito, mentre per il Moscato del Tempio [Temp.] si considera il vigneto dove si trova il clone descritto, nel comune di Tempio (Sassari).
Ubicazione
Longitudine: 4°15' O (Monte Mario) [Pie.]; 3°50' E (Monte Mario) [Tr.]; 15°4' E (Greenwich) [Sir.]; 9°5' E (Greenwich) [Temp.];
Latitudine: 44°39' N [Pie.]; 41°19' N [Tr.]; 36°54' N [Sir.]; 40°53' N [Temp.];
Altitudine: m 183 s.l.m. [Pie.]; m 10 s.l.m. [Tr.]; m 35 s.l.m. [Sir.]; m 520 s.l.m. [Temp.];
Esposizione: a Ovest [Pie.]; Est-Ovest [Tr.]; in collina, con orientamento ovest [Temp.];
Portinnesto : 420 A [Pie.]; Rupestris du Lot [Sir.]; Rupestris du Lot [Temp.];
Età delle viti: anni 6 [Pie.]; 30 anni [Tr.]; anni 25 [Sir.]; 15 anni [Temp.];
Sistema di allevamento: a spalliera media [Pie.]; alberello pugliese; attualmente si tende ad introdurre la forma a spalliera per la maggiore produzione che dà [Tr.]; alberello [Sir.]; alberello sardo [Temp.];
Forma di potatura: Guyot [Pie.]; corta, con cornetti di 2 gemme; se a spalliera, invece, il cordone speronato [Tr.]; corta e povera [Sir.]; corta [Temp.];
Terreno: in dolce pendio, argilloso-calcareo [Pie.]; in piano; argilloso-siliceo con sottosuolo tufaceo [Tr.]; piano, argilloso-calcareo-siliceo [Sir.]; granitico, saliceo, ciottoloso [Temp.];
Fenomeni vegetativi
Germogliamento: 5 aprile [Pie.]; prima decade di Aprile [Eug.]; prima decade di Aprile [Tr.]; 20-30 Marzo [Sir.]; precoce [Temp.];
Fioritura: fine Maggio [Eug.]; II metà di maggio [Tr.]; 10-20 Aprile [Sir.]; precoce [Temp.];
Invaiatura: 10-15 Agosto [Pie.]; metà Luglio [Eug.]; seconda metà di Luglio [Tr.]; 10-20 Luglio [Sir.];
Maturazione dell'uva: I-II epoca [Pie.]; II-III epoca [Eug.]; I metà di Settembre [Tr.]; seconda metà di Agosto [Sir.]; II epoca [Temp.];
Caduta delle foglie: 10-15 Novembre [Pie.]; metà Novembre [Eug.]; seconda metà di Novembre [Tr.]; seconda metà di Novembre [Sir.]; epoca ordinaria [Temp.].
Caratteristiche ed Attitudini colturali
Vigoria: buona (prossima a quella del Barbera) (Piemonte); poco vigoroso (Tr.); media (Sir.); media o scarsa (Temp.). Vuole potatura di media espansione (in Piemonte: tipo Guyot con 10-12 gemme; nel Sud e nelle Isole, potatura corta).
Produttività: regolare, inferiore però a quella del Barbera (Piemonte); costante e soddisfacente (Eug.); bassa, non molto costante (Tr. - in Puglia da 30 a 50 ql. d'uva per ha); scarsa ma costante (Sir.); media o scarsa, incostante (Temp.). Non va soggetto a colatura o impallinamento; però sovente gli acini sono di grandezza disforme.
Posizione del primo germoglio fruttifero: per lo più 3° nodo, ma anche 2° (Tr.), e 1° (Temp.).
Numero d'infiorescenze per germoglio: per lo più 2 (uno, raramente 2 - Tr.).
Resistenza alle malattie: alquanto recettivo all'oidio (Piemonte); un po' sensibile alla peronospora (Eug., Tr., Temp); piuttosto sensibile ai freddi (Piemonte).
Portinnesti più usati: si comporta ottimamente col 420 A (Prov. di CN, AT, AL); col 41B (AT, AL); col 161-49 (AL); bene con la Rupestris du Lot (CN); con la Kober nelle 3 province del Piemonte; si comporta bene coi vari portinnesti (Eug., Tr., specialmente col 420A); ottima affinità con la Rupestris du Lot e il 17-37; buona col 420A, mediocre col 41B e 157-11; insufficiente col 3309 e 101-14 (Temp., Mameli).
Esigenze: il Moscato è uno dei vitigni più esigenti nei riguardi del terreno, pur trovandosi distribuito su d'una vastissima area. Ma in una stessa regione, anche a distanza di poche centinaia di metri, cessano le condizioni favorevoli per una conveniente coltura e per ottenerne prodotti veramente pregiati. Ciò è particolarmente controllabile nella regione italiana dove esso ha la maggior importanza, sia per entità di produzione che per rinomanza mondiale dei vini che se ne ottengono, cioè il Piemonte, o meglio quel complesso collinare, compreso in gran parte nelle prov. di Asti, Alessandria e Cuneo, e che ha per centro Canelli. E' da notare che l'altitudine di questa zona varia da 100 a 400 metri; però la maggior parte dei vitigni di Moscato sta fra i 200 e 280 metri. Geologicamente i terreni appartengono pressoché tutti al miocene, e soprattutto al miocene medio (langhiano-elveziano), indi a quello superiore; solo una parte assai minore sono del pliocene inferiore (o messiniano). Predominano i terreni cosiddetti tufacei-marnosi, e in essi i tufi bianchi (calcarei); però anche quelli in cui prevalgono le marne argillose, grigiastre-azzurrognole, sovente alternate con terreni provenienti da arenarie, che danno una compattezza quasi da pietre da costruzione; altre volte invece con banchi di materiali più sciolti, sabbiosi o ciottolosi. Dove però predominano le argille, il Moscato matura meno bene e dà vini meno pregiati che non dove prevalgono i terreni tufacei bianchi. Sovente il calcare raggiunge limiti elevati, pur non arrivando mai agli estremi che si riscontrano in un'altra zona, di coltura molto più ristretta, ma giustamente assai rinomata: quella dei Colli Euganei. Anche il Moscato di Trani preferisce terreni bianchi (detti "carpanosi") e specialmente quelli su tufo. Il Moscato di Tempio si dimostra anch'esso esigente rispetto al terreno. Come ebbe a scrivere il Mameli, nei terreni calcaro-argillosi, e calcaro-silicei profondi, piuttosto asciutti del Campidano, il Moscato produce uve ricche di zucchero, povere di acidi e intensamente aromatiche; nei terreni granitici, ciottolosi dell'alta Gallura, l'uva è meno zuccherina, più ricca di acidi, e d'aroma più delicato.
Utilizzazione
Come già s'è detto, il Moscato bianco dà un'uva tipicamente da vino (anche se, come tutte le uve aromatiche, viene anche gradita pel consumo diretto, pur mancando dei requisiti di bellezza che si richiedono per un'uva da tavola).
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